Lavori – Vanja Macovaz

Condition Report – Documentazione

macovazvanja@gmail.com — Thu, 01 Nov 2018 14:50:34 +0000

Il condition report è il materiale prodotto quando bisogna movimentare un’opera d’arte e quando questa viene affidata a professionisti del trasporto. Spesso è buona norma per tutelarsi da eventuali controversie, documentare lo stato di conservazione prima e dopo la delicata fase dello spostamento. Se il lavoro di redazione della scheda tecnica è materia per restauratori-conservatori, altrettanta cura può essere posta nella produzione di immagini ad altissima risoluzione, in grado di evidenziare nei minimi particolari lo stato di conservazione dell’opera. L’utilizzo di tecniche dedicate ai beni culturali e la redazione di una precisa monografia della ripresa, assieme alla tracciabilità di ogni intervento di postproduzione permettono di replicare in ogni momento le immagini, garantendo la più totale affidabilità del documento fotografico.

In questa maniera le immagini possono diventare a tutti gli effetti materiale attestante lo stato di conservazione attuale o gli eventuali danni subiti, assicurando al proprietario del bene la miglior tutela possibile

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ISCR – Roma – Photographic techniques and imaging applied to restoration

macovazvanja@gmail.com — Tue, 17 Oct 2017 10:53:53 +0000

All’interno dei piani di collaborazione internazionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) ha organizzato un corso di formazione specifico sulla fotografia dei beni culturali, corso in inglese per gli studenti di Restauro provenienti dalla Bosnia-Herzegovina.

Assieme ai colleghi Stefano Ciocchetti, Federico Di Iorio e Giulia Nascimbeni, si è organizzato un programma di 2 settimane di corso intensivo, teorico e pratico per portare gli allievi ad acquisire, oltre alle conoscenze tecniche, la familiarità richiesta per poter operare in relativa autonomia all’interno delle proprie istituzioni didattiche e lavorative per quanto riguarda appunto il campo cosiddetto “Imaging applied to restoration” o “Cultural heritage imaging”

Di seguito alcune immagini del corso e del tipo di lavoro svolto

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San Floriano – Una breve campagna di documentazione

macovazvanja@gmail.com — Fri, 06 Oct 2017 11:38:03 +0000

Gli strumenti della diagnostica non sono ad uso esclusivo delle grandi campagne di documentazione e nemmeno appannaggio di istituzioni o clienti in grado di mobilitare ingenti fondi. Il ruolo della documentazione e della diagnostica risiede invece proprio nella schedatura precisa del patrimonio di un territorio, senza lasciare indietro nemmeno i piccoli centri, le piccole chiese ed i dipinti moderni, anche se di qualità non eccezionale.

È proprio nella modularità degli interventi il valore della diagnostica per immagini, permettendo campagne veloci e puntuali, in modo da arricchire e comunicare la ricchezza di un patrimonio diffuso e capillare, come quello del panorama europeo nel suo complesso. Di seguito l’esempio di una breve e veloce campagna di documentazione di una piccola chiesa dell’agro istriano.

A seguire le immagini delle architetture esterne ed un piccolo virtual tour degli interni, in grado di rappresentarne i volumi e contenere la diagnostica infrarossa dell’unico affresco. Come detto non si tratta di una campagna volta ad esaltare l’importanza del luogo, quanto a tenere traccia del deterioramento della struttura e creare del materiale di partenza per una proposta di consolidamento delle malte e di restauro, consegnando agli operatori del settore materiale in grado di definire con precisione i futuri interventi.

Qui il virtual tour degli interni.

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Istria. La terra ed il tempo

macovazvanja@gmail.com — Fri, 21 Jul 2017 22:37:29 +0000

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LA PIETRA RACCONTA – Un palazzo da leggere

macovazvanja@gmail.com — Thu, 13 Apr 2017 11:03:03 +0000

Finalmente si è concluso il lungo e difficile lavorìo che ha portato alla creazione della mostra “La pietra racconta – Un palazzo da leggere”, ovvero un viaggio inedito nell’arte e nella storia del Palazzo Ducale di Urbino

Per volontà del direttore della Galleria Nazionale della Marche Peter Aufreiter, nel dicembre 2016 nacque una collaborazione tra il Palazzo Ducale di Urbino e l’ISIA per la realizzazione di una mostra tematica sui graffiti e le incisioni sedimentate nel corso di 500 anni sulle mura del Palazzo Ducale. Guidati dalle lunghe ricerche della professoressa Raffaella Sarti (Università degli Studi di Urbino) è stato sviluppato un percorso espositivo fisico e digitale grazie ad avanzate tecniche di imaging, sempre coadiuvati dall’ISTI-CNR di Pisa.

Per quanto riguarda la digitalizzazione degli ambienti e la creazione del virtual tour utile alla navigazione, a causa dei tempi brevissimi per l’allestimento, il lavoro è stato svolto assieme allo storico collega ed amico Stefano Ciochetti.

“Il percorso allestitivo offre ai visitatori la possibilità di compiere un sorprendente percorso nella storia, alla scoperta di un ricchissimo patrimonio, indagato grazie a una rigorosa analisi e presentato grazie alle più avanzate tecniche fotografiche, espositive e tecnologiche.

Protagonisti della mostra sono i graffiti, scritte e disegni che ricoprono un arco di cinque secoli e mezzo, incisi con oggetti appuntiti o tracciati a carboncino, sanguigna, matita, biro. Le scritte sono in italiano, latino, francese, tedesco, spagnolo… Ora sono rozze e incerte, ora sono opere di calligrafia. Alcune recano solo un nome, a volte datato; altre raccontano eventi che vanno dalla vita quotidiana del Palazzo a notizie di politica internazionale; alcune ricordano amori o conflitti; altre esprimono sentenze e giudizi moraleggianti… I disegni, talora bellissimi, rappresentano uomini, donne, animali, piante, edifici, simboli, giochi.”

La mostra sarà visitabile fino al 21 maggio e, dopo tale data, sarà ancora fruibile in materiale digitale tramite il sito della Galleria Nazionale delle Marche.

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Confine / Meja

macovazvanja@gmail.com — Tue, 18 Oct 2016 14:10:31 +0000

Sono pronte le prime bozze di un progetto durato ormai due anni, una campagna di catalogazione dei monumenti alla Resistenza attorno al confine tra Italia ed ex Jugoslavia (Slovenia e Croazia per la precisione). Lo studio sistematico delle forme dell’architettura e della loro conservazione attuale vuole essere un altro modo di affrontare un confine ed il peso che ha avuto sui popoli e sulla retorica della loro storia

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Studio Macovaz – Via San Pantaleone 24 – Trieste

macovazvanja@gmail.com — Sun, 02 Oct 2016 14:46:55 +0000

Stanno finendo i lavori del nuovo studio di Trieste

Attrezzato per la fotografia di quadri ed arredi in genere, strutturato per conservare le opere in sicurezza ed in ambiente controllato. Studiato per le indagini diagnostiche nell’infrarosso e nell’ultravioletto, ormai è quasi finito!

Sono arrivate le nuove attrezzature per l’illuminazione dello studio e sono stati rinnovati i materiali per lavorare in situ. Inoltre è quasi pronta la nuova sala per i workshop e per i corsi di camera oscura e stampa analogica.

Siamo quasi pronti a ripartire con una grande inaugurazione e con nuovi splendidi lavori!

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Piceno360

macovazvanja@gmail.com — Sun, 15 May 2016 08:10:54 +0000

Tra luglio ed agosto del 2015 ha preso il volo (letteralmente) un grande progetto di valorizzazione dell’area marchigiana. Il progetto Piceno360, portato a termine dall’amico e collega Stefano Ciocchetti ha permesso di osservare, sorvolandoli, i paesi dell’area del Piceno, potendo osservare da una prospettiva insolita luoghi storici di enorme bellezza e impatto scenico.

Nato dalla volontà di dare una visione dinamica ed univoca della provincia di Ascoli Piceno in un’ottica di promozione territoriale e turistica, con ultraleggeri e droni sono stati sorvolati i maggiori centri storici per costruire uno splendido viaggio virtuale nei cieli delle Marche.

Questo progetto, per ora unico nel suo genere, mi ha visto al lavoro per lo stitching e la postproduzione iniziale delle immagini, per far scomparire aerei e droni, garantendo un’immersività senza distrazioni.

Per chi fosse interessato ad approfondire, oltre al sito del progetto, Piceno360.com, si consiglia la lettura dell’articolo apparso sul n.2 del 2016 di Archeomatica

Approfitto ancora di quest’occasione per ringraziare l’amico Stefano per la splendida collaborazione

“Un fazzoletto di terra, largo solo 23 km, che in appena 52 km di lunghezza consente di passare dalla riviera delle palme, con i suoi stupendi borghi marinari, attraverso una molteplicità di colline che salgono, man mano attraverso un percorso tra Chiese, Eremi, Borghi e Castelli impregnati di una storia e dí una cultura millenaria, ma anche tra paesaggi dove il terreno è fortemente inciso dall’erosione come quelli dei calanchi e delle cascate, e di quelli che si ergono in misteriosi profili, come quello del Monte Ascensione e soprattutto attraverso terreni coltivati, geometricamente disegnati e sapientemente coltivati dalla mano dell’uomo fino a raggiungere le vette dei monti Sibillini, nei quali aleggiano ancora i miti e le leggende di antica memoria. Ogni angolo del Piceno è permeato e ricco di storia, nel quale le tradizioni ancora oggi sono presenti e si respirano nella vita e nelle attività che vi si svolgono tutti i giorni. […] Questo progetto, che ad oggi non presenta eguali in ambito nazionale, fornisce un potete strumento di promozione e valorizzazione del territorio. Attraverso, uno strumento tecnologicamente avanzato e innovativo, che darà la possibilità di “esplorare” virtualmente il Piceno.”

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Guida al Lascito Antonio Fonda Savio

macovazvanja@gmail.com — Tue, 15 Dec 2015 14:11:00 +0000

Mercoledì 16 dicembre, alle ore 16, presso la Biblioteca Statale Stelio Crise in largo Papa Giovanni XXIII 6 a Trieste, verrà presentato al pubblico il volume “Guida al Lascito Antonio Fonda Savio” di Laura Paris (introduzione di Nicoletta Zanni e contributi di Franca Merluzzi, Elvio Guagnini e Giorgia Gemo), pubblicato da EUT Edizioni Università di Trieste.

Alla presentazione interverranno Maria Cristina Benussi, collaboratore del Rettore per Rapporti culturali con il territorio ed iniziative culturali di Ateneo, Rita Auriemma, Direttore dell’Istituto Regionale per il Patrimonio Culturale e Paolo Quazzolo, coordinatore del Sistema museale di Ateneo (smaTs).

Il volume è frutto dell’accordo tra l’Università di Trieste e l’Istituto Regionale per il Patrimonio Culturale (IPAC) che prevede la catalogazione in rete – attraverso il Sistema Informativo Regionale del Patrimonio Culturale (SIRPAC) – di vari settori del Sistema museale di Ateneo (smaTs) comprendenti collezioni universitarie di carattere scientifico e storico-artistico, per permetterne la fruizione da parte di un vasto pubblico. Il libro è focalizzato sul Lascito Antonio Fonda Savio, conservato presso il Dipartimento di Studi Umanistici (DiSU) e costituito, oltre che da un cospicuo fondo librario e da una sezione archivistico-documentaria, da più di cinquecento opere, tra dipinti, disegni, stampe, carte geografiche, riferite soprattutto all’Istria, terra d’origine del collezionista.

Le fotografie più recenti ovviamente sono dello studio mentre il materiale prodotto negli anni passati e del fotografo Paolo Bonassi

Per poter vedere il libro completo, basta seguire il presente LINK

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