Per conto dell’Università degli Studi di Trieste, lo studio ha fotografato un’enorme parte del ripostiglio monetale di Centur. Il consistente numero di monete di bronzo, tutte quante databili precisamente e circoscrivibili ad un breve periodo di tempo, ha permesso di studiare la consistenza di uno dei più grandi ritrovamenti del XX secolo. La fotografia numismatica, oltre alle problematicità stesse della riproduzione di oggetti piccoli e di difficile lettura, spesso deve confrontarsi con l’impossibilità di svolgere la campagna in spazi attrezzati e con la velocità di esecuzione necessaria a causa dei brevi tempi di apertura delle collezioni. Tali materiali non possono ovviamente essere consegnati al fotografo, il quale deve spostarsi in sede e spesso lavorare fianco a fianco ad un numismatico. In queste situazioni il lavoro in team, assieme alla velocità, risultano fondamentali per non rallentare gli altri operatori o protrarre per giorni la campagna, evitando così disagi alle strutture ospitanti la collezione stessa.
Di seguito una minuscola selezione del materiale, nella loro vista affiancata dritto-rovescio e senza una scala di riferimento per massimizzare l’ingrandimento della moneta e migliorarne la lettura, per quanto, in lavori di questo genere vengono consegnate anche le immagini delle singole facce, ognuna dotata del proprio riferimento di scala, grafico o nei metadati, a seconda delle esigenze del cliente.
